LOGGIA DEI MERCANTI

Lungo l’omonima via, splendida nei suoi plastici intagli marmorei in gotico fiorito veneziano si staglia la Loggia dei Mercanti.  Sumptibus erectu comunitatis Anconae, come si legge nelle due targhe apposte nella fascia mediana del prospetto, fu e retta dal Comune anconitano per ospitare tutte le attività legate al commercio e alla navigazione in un periodo molto florido per la città, dal punto di vista non solo economico. 

La costruzione di questo palazzo, che affaccia sul porto, iniziò nel 1442 ad opera dell’architetto Giovanni Pace detto Sodo. La notevole facciata su via della Loggia è invece opera di Giorgio di Matteo da Sebenico che la realizzò tra il 1451 e il 1459, mentre è del bolognese Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi, l’opera di ristrutturazione dell’edificio rovinato dai gravi danni causati da un incendio del 1556 che distrusse quasi completamente tutta la parte interna (1558-61).

L’apparato decorativo scultoreo della Loggia dei Mercanti fu rinnovato nel corso del sec. XVIII da Gioachino Varlè e da Giuseppe Pallavicini (1736-1812). Il Varlè nel 1776 scolpì a tutto tondo la scultura raffigurante la Religione, sostituendo quella di Pellegrino Tibaldi (forse rovinata nel 1710 a causa di un  sisma). Nel 1784 fu incaricato di rifare le sculture/allegorie dei quattro continenti: l’America e l’Europa (in mezzo si noti anche  il busto di Clemente XII),  l’Africa e l’Asia.

Devastata dai bombardamenti nel 1943, la Loggia venne riaperta al pubblico il 21 novembre 1952; attualmente, è sede di rappresentanza della Camera di Commercio di Ancona.

Da segnalare, nelle vicinanze, anche Palazzo Perozzi e Palazzo Cresci Antiqui. Quest’ultimo è un palazzo nobiliare risalente al XV secolo; del periodo si notano gli archi a sesto acuto decorati e il bel portale rinascimentale sulla facciata laterale in via della Catena, attribuibile a Marino Codrino. Fu successivamente ristrutturato nel 1780 da Francesco Cresci Antiqui che nell’occasione destinò anche la loggia del piano terra a botteghe. Fu incaricato Francesco Maria Ciaraffoni autore dello scalone, mentre le decorazioni in stucco sono di Gioacchino Varlè che lo arricchisce di capitelli in stile ionico ingentiliti da ghirlande, festoni di alloro trattenuti da nastri sulla lanterna, decorazioni floreali sulle lesene e conchiglie. Le decorazioni pittoriche riportano soggetti del Nuovo Testamento (Apocalisse) e allegorie mitologiche.

Link:

www.an.camcom.gov.it

Lo visito perché:

  • È a due passi dal porto
  • Si trova in pieno centro
  • C’è da perdersi nei suoi dettagli

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