MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Il Palazzo di San Pellegrino o Palazzo Ferretti agli Scalzi è coì denominato per la contiguità con l’adiacente Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa detta “degli Scalzi”, fatta costruire dai Carmelitani Scalzi.
Residenza della nobile famiglia Ferretti, e sede dal 1958 del Museo Nazionale Archeologico delle Marche, il prestigioso complesso architettonico sorge in questa parte alta della città a partire dal XV sec assumendo la forma del palazzo rinascimentale. La facciata è tradizionalmente attribuita all’operato dell’architetto Antonio da San Gallo il Giovane, attivo ad Ancona negli anni quaranta del Cinquecento presso la Cittadella sul colle Astagno. La decorazione degli interni e del piano nobile viene commissionata dal conte Angelo Ferretti al pittore Pellegrino Tibaldi intorno al 1560, già attivo in città per il cantiere decorativo della Loggia dei Mercanti.
Egli, con i suoi allievi, realizza sia gli elaborati soffitti lignei intagliati e dipinti, sia le fasce a fresco con motivi grotteschi, racconti mitologici, figure allegoriche e di divinità, che decorano le sale di rappresentanza del primo piano tra cui il grande “Salone dei Ricevimenti”, la “Sala degli Emblemi” e la “Sala dei Miti”. La volta del grande “Salone delle Feste”, al secondo piano, è decorata con un ciclo di affreschi a grottesca raffiguranti paesaggi fantastici e vedute di monumenti romani, da Federico Zuccari che li eseguì fra il 1577 e il 1585.
Tra 1748 e 1762 Cristoforo Ferretti procede ad acquistare proprietà per ampliare il palazzo, nel 1759 l’edificio subisce una ristrutturazione probabilmente su progetto di Luigi Vanvitelli, con cui la famiglia è in contatto, essendo il conte Cesare, primo sovrintendente alle fabbriche del Lazzaretto. È presumibile che circa dal 1752 il palazzo subì quindi imponenti lavori terminati nel 1774 che comportarono i seguenti interventi:
nell’ala sud si inglobò la torre medievale, con la sottostante scalea a mare del cosiddetto Volto Ferretti, già Torre dei Fatati. Il palazzo acquisiva quindi una facciata verso il mare di cui attualmente si conosce poco;
ampliamento della facciata principale che da due entrate passa a tre, di cui la centrale connotata da nuovo portale sormontato da elegante balconcino, abbracciato da festoni, forse su disegno del Vanvitelli. Con l’ampliamento le finestre passano da sei a nove nei piani superiori;
lunga galleria piano terra voltata a botte che nasce dal portale centrale, e collegata al terrazzo pensile;
costruzione dello scalone d’onore monumentale, anticipando sia la forma dello scalino che le linee e la grandiosità poi messe in campo nella Reggia di Caserta. Lo scalone fu arricchito da stucchi e sculture di Gioachino Varlè. Ascrivibile a lui è anche la lanterna dello scalone e i capitelli corinzi ornati da festoni dell’ultimo piano della dimora.
Lo visito perché:
- È una vera esperienza di archeologia
- Il Palazzo che ospita il museo vale la visita
- C’è un bellissimo panorama sul mare della città
Orari:
Martedì e Mercoledì 08:30 – 13:30
Giovedì Venerdì Sabato 08:30 – 19:30
Domenica 14:00 – 19:30
Lunedì Chiuso
Sito:
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