PORTO ANTICO

I Dori, che nel 387 a.C. fondarono la città di Ancona, si fermarono in questo luogo per le possibilità che il porto naturale offriva. La costa, infatti, forma un gomito, da cui il nome Ancona (Ankòn, in lingua greca significa “gomito”), che offre un riparo naturale dal mare. Ma già nel III secolo a.C., il golfo era usato dai Piceni per gli scambi commerciali con i Greci.  Il porto antico è stato riportato in luce grazie agli scavi condotti tra il 1998 e il 2001, attestandone l’utilizzo continuo dell’area dell’epoca tardo repubblicana fino al V secolo d.C.

All’ingresso della passerella al termine del lungomare Vanvitelli, è visibile un tratto della cinta muraria a protezione del porto costruita nel sec. II a.C. quando Ancona divenne base della flotta romana per il pattugliamento dell’Adriatico durante le guerre illiriche, e la città fu dotata appunto di una cerchia muraria, della quale ampi tratti in blocchi di arenaria che sono stati messi in luce.

Sulla sinistra del suddetto passaggio pedonale, si trova la cosiddetta Casa del Capitano del Porto in stile medievale del XIII secolo, miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti del 1943. Nella fronte verso il mare due grandi arcate ogivali in pietra incorniciano un prezioso fregio floreale di epoca romanica che, partendo dalla bocca aperta di una fiera, percorre tutto il perimetro della struttura.

Percorrendo il porto antico per raggiungere l’Arco Clementino e quel che resta del forte della Lanterna vanvitelliana, si incontrano interessanti monumenti quali la Portella della Dogana, la Palunci e la Torriglioni, resti delle mura del porto, fino a raggiungere gli ex magazzini del porto e soprattutto l’Arco romano dedicato all’Imperatore Traiano (115 ca d.C.), uno dei simboli della città. Si tratta di un bellissimo esempio di arco onorario, in marmo greco (attribuito ad Apollodoro di Damasco, eretto in onore dell’Imperatore che per prima ha capito e valorizzato il potenziale strategico del porto dorico. Ancora visibili, sulle pareti, i punti di aggancio dei rostri in bronzo che lo decoravano, la scritta con la dedica a Traiano, Marciana e Plotina, rispettivamente la moglie e la sorella) le cui statue svettavano sull’attico, in cima. Pochi passi ancora e si raggiunge un secondo arco, si tratta di quello Clementino su disegno del Vanvitelli (1735-38), per celebrare papa Clemente XII suo committente.

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