Piazze
Piazza Cavour
Piazza Cavour è una delle quattro piazze più importanti del centro storico di Ancona. Il progetto della piazza risale al 1862, proprio dopo l’Unità d’Italia, e la stessa fu inaugurata sei anni dopo, nel 1868.
Al centro di questa piazza, di ampio respiro, fu posta la statua di Camillo Benso Conte di Cavour, a cui è dedicata. L’opera fu affidata ad Aristodemo Costoli, noto scultore risorgimentale. Sul basamento ci sono due bassorilievi che rappresentano, uno il Congresso di Parigi e l’altro la Proclamazione del Regno d’Italia.
La piazza, che si estende per ben tre ettari, nacque, insieme a Corso Vittorio Emanuele, oggi Corso Giuseppe Garibaldi, con la volontà di espandere verso est la città, che aveva assunto il nuovo ruolo di piazzaforte di prima classe del Regno d’Italia.
Nelle mura che delimitavano la Piazza si apriva Porta Cavour, oltre la quale si estendeva la zona agricola della Piana degli Orti. Tra il 1923 e il 1925 questo tratto di mura e la porta furono demoliti e da allora la Piazza assunse un nuovo ruolo, diventando elemento di congiunzione tra i rioni storici e il nuovo Rione Adriatico, oltre che sosta lungo la passeggiata “da mare a mare”, ossia dal porto alla costa del Passetto.
Da allora la Piazza è sempre stata un punto di ritrovo, di sosta e di incontro per tutti gli Anconetani. Si può trovare ristoro sedendosi sulle panchine o fermandosi a uno dei bar che circondano la piazza.
Il 22 luglio del 2016 è stata completata la nuova sistemazione della parte ottocentesca della piazza che in parte è stata restaurata nel suo aspetto originario e in parte ha visto l’introduzione di novità, come la realizzazione delle piazzole di sosta angolari, l’installazione di una nuova illuminazione dei due vialetti perimetrali, l’introduzione di siepi di schermatura dal traffico esterno, la pavimentazione in pietra dei percorsi, originariamente ricoperti di ghiaino.
Piazza del Plebiscito
Piazza del Plebiscito, conosciuta anche con il nome di Piazza del Papa, è situata nel centro storico e nel corso del tempo ha cambiato vari nomi. Realizzata alla fine del XV secolo con il nome Piazza Nuova, in seguito fu nominata Piazza Grande. Qui si incontravano i confini dei tre terzieri: Porto, Capodimonte e San Pietro. Si chiamò anche Piazza Napoleone in seguito alla conquista dei Francesi alla fine del Settecento. La denominazione popolare di Piazza del Papa è data dalla presenza della statua di Papa Clemente XII benedicente (Cardinal Lorenzo Corsini: 1652 – 1740), opera dello scultore barocco e toscano Agostino Cornacchini.
Piazza del Plebiscito è stata testimone di molti eventi importanti della città, dall’esecuzione capitale di Pietro Grifoli, podestà cittadino accusato di tentato tradimento, alla fondazione della sede della Giovine Italia, fino alla chiusura del Teatro delle Fenice, per la costruzione del nuovo Teatro delle Muse.
La sua forma è davvero particolare. La piazza è, infatti, rettangolare e molto allungata e si sviluppa su vari livelli, collegati tra loro da rampe e scalinate. Su di essa si affacciano due tra i più importanti monumenti della città: il Palazzo del Governo, con la torre di piazza, e la chiesa di San Domenico.
In Piazza del Plebiscito si affacciano importanti palazzi nobiliari:
PALAZZO SCHELINI Piazza del Plebiscito, n. 17
Già palazzo Rescanzi, spicca per l’elegante portale di ascendenza vanvitelliana. La facciata fu rimaneggiata fino al secolo XIX e il XX e fu sopraelevata di un piano come si può evincere confrontando la facciata
dall’affresco del 1780 di Giuseppe Pallavicini conservato nella sale di Palazzo Benincasa. Palazzo Schelini fu sede della Giovine Italia, come ricorda la targa:
Nella casa di Domenico Schelini e di Albina Sartini, “al primo piano con loggia” di questo palazzo il 1° Marzo 1832 fu costituita ed ebbe sede la “congrega” di Ancona de LA GIOVINE ITALIA Confratelli iniziatori: Piergiovanni Bonarelli, Ferdinando Cresci, Camillo Meloni, Giorgio Pichi, Nicola Ricciotti, Carlo Saltara.
PALAZZO NEMBRINI GONZAGA, n. 21
Ricostruito sulle strutture cinquecentesche preesistenti, nel sec. XVIII la facciata principale diventa l’attuale, mentre gli interni sono stati pesantemente manomessi, salvo alcune aree affrescate del piano nobile. Al suo interno presenta tracce della cinta muraria cittadina; spicca uno scalone neoclassico da alcuni studiosi ricondotto a Carlo Marchionni o al figlio Filippo. Nei primi anni del ‘900 il palazzo ha perduto la ricca galleria che lo rendeva sede di una importantissima raccolta di opere d’arte, soprattutto pittoriche.
PALAZZO MARGANETTI, Piazza del Plebiscito n. 25
Palazzo di Angelo Marganetti, datato con certezza al 1787 desumibile dall’ iscrizione sul portale; se va esclusa quindi la paternità a Carlo Marchionni, è probabile che sia un lavoro del figlio Filippo e di Francesco Maria Ciaraffoni, con il quale aveva costituito un buon sodalizio professionale caratterizzato dall’uso ripetuto di elementi vanvitelliani (come si verificò nel palazzo Jona-Millo). La facciata, a bugnato liscio nello stilobate sormontato dall’ordine gigante con lesene del primo e secondo piano, denuncia gli schemi del Neoclassicismo di fine secolo.
PALAZZO BERNABEI
Ristrutturato dopo il 1780, la facciata, che sulla via posteriore ricorda anch’essa il nome dell’antica famiglia cui appartenne il cronista di Ancona Lazzaro Bernabei (sec. XV), è quella più antica e reca ancora il portale rinascimentale con l’iscrizione Eques Matthaeus Barnabei Petrus. L’intervento è attribuibile a Francesco Maria Ciaraffoni.
PALAZZO FERRETTI poi MENGONI
Presenta un severo aspetto in laterizio che ricorda le antiche mura; fu edificato nel 1592 (data sul portale) per opera di Cesare Ferretti dei Ferretti di San Domenico. Fu il primo dei palazzi ad affacciarsi sulla piazza anziché sulla via posteriore (Via Bernabei). Nelle sue cantine si notano ampie parti della cinta muraria in conci di calcare del XIII secolo che scende ben 10 metri sotto il livello della Porta di San Pietro o Arco di Garola o Arco Ferretti (anch’essa in conci di calcare).
PALAZZO ALBERTINI, n. 49
All’angolo con via della Beccheria, un tempo vicolo S. Egidio, sorge Palazzo Albertini (nato sulle fondamenta della chiesa omonima), dove nacque visse e morì Camillo Albertini (1741-1824), scrittore sulla storia di Ancona, profondo conoscitore di documenti e cronache salvate dall’oblio e consegnate nei numerosi volumi della sua manoscritta Storia di Ancona. ll palazzo sorse in forme barocche evidenti nelle cornici delle sue finestre.
PALAZZO LAGUIDARA
Contiguo a Palazzo Albertini, sorge fin sopra la Fontana dei Decapitati, La presenza di questa famiglia in città potrebbe risalire al 1679 quando il mercante di Messina Andrea Laguidara chiede una casa al Comune di Ancona dove stare almeno 3 anni per poter tingere sete di ogni colore e fabbricare drappi e cose simili, approfittando della presenza della fontana. Nel 1739, con la demolizione della chiesa di S. Egidio, e con breve di Clemente XII, i Laguidara espandono il loro palazzo e le botteghe seriche fino alla proprietà degli Albertini.
PALAZZO DE FORESTA
Collocato nel lato corto della piazza, fu il palazzo del sec. XVI dove dimorò Luigi Gozzi (1457-1538), committente della pala Gozzi di Tiziano, già in S. Francesco ad Alto, e oggi in Pinacoteca. Rimaneggiato nel tra 1587-1589 dalla famiglia Gondola, passò poi alla famiglia Bonda (sec. XVII) aggregati al patriziato anconitano nel 1727. Nel 1878 circa la proprietà passa alla famiglia de Foresta. Faceva parte di un complesso che si estendeva fino a via della Loggia. I lavori del Cinquecento sono ascrivibili alla famiglia Gozzi di Ragusa il cui stemma è visibile nel pozzo del cortile interno dove si legge la data 1589.
Oggi è la piazza della città più attiva a livello culturale e sociale: ci sono diversi locali dove poter mangiare, bere e ascoltare musica fino a tarda serata. Le vie che conducono a Piazza del Plebiscito, inoltre, sono sede di numerosi negozi di artigianato e di commercio locale.
Piazza del Senato
Realizzata nel secondo dopoguerra sulla rimozione dei caseggiati distrutti dai bombardamenti. In origine al centro della piazza sorgeva il settecentesco Palazzo d’Avalos. Oggi attorno alla piazza sorgono il Palazzo del Senato, la Curia Arcivescovile e la chiesa dei S.S. Pellegrino e Filippo Neri, più comunemente nota come “degli Scalzi”, eretta nella seconda metà del XVIII secolo.
Piazza della Repubblica
Piazza della Repubblica, conosciuta come piazza del Teatro, è una delle quattro piazze principali di Ancona. Le altre, che abbiamo visto prima, sono: piazza del Plebiscito, o del Papa, piazza Roma e piazza Cavour.
È situata nel rione San Pietro ed è vicino al porto. Su questa piazza si affacciano importanti monumenti cittadini: il Teatro delle Muse, la chiesa del Santissimo Sacramento e palazzo Trionfi.
CHIESA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
L’attuale edificio è originario del 1538 e la facciata cinquecentesca è l’unico resto del tempio primitivo. Nell’iscrizione sopra al portale è documentata la stretta relazione che lega questa chiesa alla basilica di San Giovanni in Laterano. La chiesa venne quasi completamente ricostruita nella seconda metà del Settecento dall’architetto Francesco Maria Ciaraffoni di Fano.
TEATRO DELLE MUSE
I lavori iniziarono nel 1822 e l’inaugurazione avvenne il 28 aprile 1827 con due opere di Gioachino Rossini: Aureliano in Palmira e Ricciardo e Zoraide. La sala aveva una forma a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e un loggione, il palco aveva una dimensione di 23 m × 17 m e l’acustica era considerata fra le migliori in Italia.
PALAZZO TRIONFI
Palazzo Trionfi fu distrutto a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale avvenuti nel 1943, fu poi ricostruito dopo gli eventi bellici su disegno dell’architetto Gaetano Minnucci. Dal 1956 ospita la sede regionale Rai delle Marche.
Piazza Roma
Piazza Roma, la piazza centrale di Ancona, è compresa tra Corso Mazzini e Corso Stamira ed è attraversata da Corso Garibaldi. Prima della sua inaugurazione, l’area in cui si estende era attraversata dalle mura cittadine cinquecentesche; in essa si riuniscono i confini di tutti e quattro i rioni storici della città: San Pietro a nord-ovest, Capodimonte a sud-ovest, il rione Cardeto a nord-est e il rione di Santo Stefano a sud-est.
Venne aperta, insieme a Corso Garibaldi, dopo l’annessione della città al Regno d’Italia e la demolizione delle mura cinquecentesche, che ancora racchiudevano l’abitato. In quel frangente, infatti, Ancona fu dichiarata piazzaforte di prima classe del Regno d’Italia e per adempiere al nuovo ruolo, la superficie urbanizzata fu raddoppiata e il suo volto venne completamente rinnovato, cominciando ad assumere un aspetto moderno, sul modello torinese.
Il lato a nord-est è chiuso dal palazzo dell’Orologio e quello a sud-ovest dal palazzo del Rettorato dell’Università (ex palazzo della Provincia). Nella parte nord della piazza è stata collocata nel 1908 la Fontana dei Cavalli, proveniente da piazza Kennedy.
In Piazza Roma si svolge ogni giorno un variopinto mercato molto caratteristico.
Piazza San Francesco
È nella parte più antica del centro storico. Vi fa da sfondo la chiesa di S. Francesco alle Scale, costruita nel 1323 e caratterizzata dal grandioso portale gotico-veneziano opera di Giorgio Orsini. La piazza, nella sua attuale conformazione, fu realizzata nei primi anni del XIX secolo su progetto dell’architetto Pietro Zara. Il progetto comportò la demolizione dello scalone monumentale che da via Pizzecolli raggiungeva il portone della chiesa.
Si affacciano sulla piazza i seguenti palazzi dalle facciate settecentesche:
lungo la via PALAZZO CADOLINI, dalla facciata attribuita a Francesco Maria Ciaraffoni caratterizzato dalle finestre con trabeazione semplice e frontone triangolare e PALAZZO MASTAI; in piazza S. Francesco ( n. 9) PALAZZO FERRETTI DI SAN FRANCESCO, dalla elegante facciata attribuita a Francesco Maria Ciaraffoni, reca un portale che ricorda nell’architrave con motivo a ghirlande, quello di palazzo Bonarelli di via Pizzecolli e eleganti finestre architravate, con stipiti colonnati, fregio decorato e frontone.
Piazza Stracca
chiamata Piazza Benvenuto Stracca, in passato era conosciuta come “piazza della farina” perché, proprio qui, venivano conservati i grani nei magazzini frumentari collocati dentro il Palazzo degli Anziani, che vi si affaccia. Questo palazzo presenta sia un notevole interesse architettonico (edificato nella metà del duecento, forse parzialmente distrutto dai saraceni, fu rinnovato nella metà del ‘600) ma anche un notevole effetto scenografico per il ripido dirupo del terreno sul quale poggia e la grandiosa vista aperta sul mare e il porto sottostante. La piazza attuale è frutto di alcuni allargamenti e trasformazioni urbane, tra le quali rientra la creazione della quinta architettonica della Chiesa del Gesù, rinnovata su di una preesistenza seicentesca da Vanvitelli.